Una proposta concreta per sostenere la produzione cinematografica italiana: dal tax credit alla franchigia
Il mondo del cinema italiano è profondamente scosso da una serie di vicende, anche di cronaca nera, legate al tax credit per il cinema. Alcune società di produzione cinematografica sono state finanziate dallo Stato (precisamente dal Ministero della Cultura) ma i loro film si sono rivelati un fiasco clamoroso o addirittura non sono stati prodotti. Il confine tra discrezionalità e arbitrio nella valutazione delle domande di finanziamento presentate, è stato probabilmente varcato in più occasioni e comunque non si possono sprecare i soldi dei contribuenti per produzioni che spesso hanno avuto una dimensione locale quando non rionale. Lasciamo ad altri il compito di polemizzare contro cineasti (attori, registi, ecc.) che si sono rivelati essere “mantenuti” dallo Stato, preferendo un approccio costruttivo e per questo motivo si propone di cambiare radicalmente il fisco per il cinema.
L’incentivo fiscale, per essere equo ed efficiente, deve avere due caratteristiche: a) non deve intervenire “a monte” come accade oggi, ma “a valle”, quindi non prima della produzione, ma dopo la distribuzione, quando il produttore conta i soldi, come avveniva un tempo quando il produttore spesso si sedeva dietro il botteghino; b) deve essere automatico, eliminando ogni valutazione discrezionale, in modo da assolvere alla sua funzione “premiale” o quantomeno di sostegno.
In concreto: il produttore deve rischiare soldi suoi e dei suoi soci finanziatori privati (banche comprese), ma poi se il film viene venduto all’estero i relativi incassi non possono essere tassati, a condizione che siano reinvesti nell’impresa, per esempio sotto forma di aumento di capitale. Imponibile è solo il profitto realizzato in Italia.
Con questo sistema, si elimina alla radice la frode, frutto della collusione tra politica (Ministero della Cultura) e cineasti. Si premia chi merita, precisamente chi riesce a esportare il suo prodotto, senza oneri per lo Stato. Un sistema semplice e meritocratico, che manda in soffitta padrini e padroni.